L’Ente Nazionale per il Microcredito sta seguendo con attenzione l’evolversi della crisi “COVID-19”, facendosi promotore di misure che, anche a livello legislativo, consentano di fare fronte alle esigenze manifestate dalle micro e piccole imprese. Va innanzitutto sottolineato come il decreto-legge “Cura Italia”, pubblicato il 17 marzo scorso, abbia introdotto una vasta serie di misure finanziarie e fiscali a favore delle imprese, di cui forniamo un riepilogo generale nell’allegato 1. Nell’ambito di tali misure trovano spazio specifiche disposizioni che accolgono istanze da tempo portate avanti dall’ Ente, volte a favorire lo sviluppo del microcredito, a vantaggio degli investimenti e della nuova occupazione. Tali disposizioni, riguardano in particolare:
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- la possibilità per gli operatori di microcredito di beneficiare della garanza del Fondo PMI sui finanziamenti loro accordati da banche o intermediari finanziari, a condizione che detti finanziamenti siano a loro volta destinati alla concessione di operazioni di microcredito per la microimprenditorialità;
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- l’aumento da 25.000 a 40.000 euro dell’importo massimo delle operazioni di microcredito imprenditoriale, ferma restando la possibilità di un ulteriore aumento fino al limite di 50.000 euro;
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- la possibilità di elevare la percentuale massima di copertura della garanzia a valere sulle diverse “Sezioni speciali” del Fondo PMI (tra cui la “Sezione speciale Microcredito”) fino al maggior limite eventualmente previsto dalla disciplina dell’Unione Europea.
L’innalzamento della soglia del microcredito rappresenta senz’altro un’innovazione suscettibile di favorire in modo significativo la ripresa economica per le attività micro – imprenditoriali e di lavoro autonomo. Si tenga conto che la “Sezione speciale Microcredito” del Fondo di garanzia per le PMI ha accolto, nell’ultimo triennio di operatività, oltre 10 mila operazioni di microcredito, per imprese operanti prevalentemente nei settori del commercio e della ristorazione. Al riguardo, si stima che l’innalzamento della soglia del microcredito a 50 mila euro con il credito frazionato, unitamente alla possibilità di ottenere un microcredito agricolo avvalendosi della garanzia del fondo ISMEA, avrà un impatto di crescita dei volumi del microcredito nell’ordine del 35%.
Si prevede, altresì, che nel prossimo triennio il microcredito consentirà la creazione di circa 15 mila nuove attività micro-imprenditoriali e di lavoro autonomo, con 700 milioni di euro di finanziamenti concessi e con un impatto in termini occupazionali stimabile in oltre 35 mila posti di lavoro creati.
Infine, assumono un particolare interesse per la minore imprenditoria e per gli stessi operatori di microcredito anche le disposizioni che, in materia di moratoria (sospensione delle rate o allungamento della durata del finanziamento) consentono a tali operatori di accedere alla garanzia del Fondo PMI beneficiando della conferma d’ufficio della garanzia e senza valutazione del merito di credito dei soggetti beneficiari finali.